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“Thrilla In Manilla” Alì-Frazier

Oggi voglio raccontavi di un’epica battaglia tra due leggende della nobile arte, forse l’incontro degli incontri, il match per antonomasia, stiamo parlando del leggendario incontro di boxe che diventò famoso con il nome di “ Thrilla In Manilla “ ovvero “ Brivido a Manila “.
Il match vedeva di fronte il più grande di sempre Muhammad Alì ed un’altro gigante del pugilato Joe Frazier. Ma facciamo un passo indietro sino al 1975, l’anno in cui si svolse questo storico evento, precisamente il 1° ottobre e spostiamoci a Manila, capitale delle Filippine. Alì all’epoca era detentore del titolo mondiale WBC ( World Boxing Council ) ed era la terza volta che incrociava i guantoni con Frazier. Le condizioni climatiche erano proibitive con una percentuale di umidità elevatissima, che certo non giovava ai due pugili.
Non vogliamo però addentrarci in un’analisi tecnica del match, in quanto, come ho sempre detto, le nostre considerazioni, sono più storiografiche che manualistiche. Ovviamente tutti conosciamo bene la storia di Alì, ma ciò su cui vogliamo soffermarci in questo racconto sono le motivazioni che resero tale match, sicuramente il match del secolo, rendendolo, probabilmente, ancor più famoso dello storico “ Rumble In The Jungle “ in cui Alì affrontò Foreman a Kinshasa nello Zaire. Ma torniamo a Thrilla in Manilla e cerchiamo di capire di più di questo match. Molti di voi, forse lo avranno visto ritrasmesso su qualche canale, ma non so quanti di voi si siano resi conto della violenza devastante di questa sfida. Alì, si sa, danzava come una farfalla e pungeva come un’ape, ma i suoi colpi, non erano per nulla leggiadri, ma alquanto devastanti per gli avversari è qui arriva la prima considerazione da farsi e tenere bene in considerazione. Alì spesso è stato accusato dalla stampa specializzata ed anche dai suoi avversari di avere una tecnica eccessivamente pulita potremmo dire, leggiadra, di danzare appunto. Beh cari amici, nulla di più sbagliato. Alì era davvero devastante anche se pareva ballasse durante gli incontri e sapete perché ? Perché era dannatamente veloce e preciso e la velocità si sa, uccide. Quindi potrete immaginarvi quando investiva l’avversario con la sua gragniuola di mazzate a base di diretti, ganci, jabs, che per il malcapitato c’era poco da fare, in quanto, la velocità e la potenza di Alì erano letali. E Frazier direte ? “ Smoking Joe “ come veniva chiamato era un pugile arcigno, durissimo, cattivo, potente, ovviamente non dotato della tecnica sopraffina di Alì, ma altrettanto pericoloso. Il clima che si era creato attorno al match era già di per se infiammato a dir poco. Alì provocatorio aveva apostrofato Frazier con l’epiteto di “ Zio Tom “, offesa estremamente pesante, soprattutto a quei tempi, in quanto infamante per un afro americano. Torniamo al match. Come dicevo non lo analizzeremo ripresa per ripresa, ma ci soffermeremo sulle fasi di questa vera a propria mattanza che lo stesso Alì definì come la volta in cui pensò seriamente di poter morire. Una precisazione prima di tutto. Quella che stò per proporvi è la mia personalissima analisi, in quanto, attorno all’incontro, si crearono poi, negli anni, varie teorie, sul perché, sul percome su chi gettò la spugna…Comunque questi i fatti. Alì iniziò a martellare Frazier sin dalle prime 5 riprese, insultandolo e sbeffeggiandolo, i suoi colpi erano come sempre, puliti, precisi, potentissimi e letali, poi dalla 5 all’11 ripresa, assistiamo ad un capovolgimento di fronte, Frazier restituì al mittente micidiali scariche di pugni, magari non puliti e precisi, ma devastanti, scagliati con una forza ed una rabbia violentissime, per essere stato insultato e definito “ schiavo dei bianchi “ ed i conti si pareggiano. Verso la 12 ripresa Frazier ha praticamente l’occhio destro chiuso e combatte in condizioni di monocolo, anzi, peggio, quasi cieco, visto che dall’occhio sinistro non vedeva molto bene ( pochi lo sanno ndr ). L’arbitro lo deve riaccompagnare all’angolo, e quindi potete immaginare le sue condizioni. Siamo al momento chiave del match il momento storico. Entrambi i pugili sono stremati, morti dalla fatica, Alì si siede sullo sgabello del suo angolo e dice ad Angelo Dundee, suo allenatore, di sfilargli i guantoni. Dundee è molto preoccupato in quanto non aveva mai visto Alì in quelle condizioni e chiede al medico di assicurarsi della condizioni fisiche del suo pugile. E Frazier ? Al suo angolo Eddie Futch gli dice di abbandonare, che è meglio ritirarsi in quanto ha già visto diversi suoi pugili lasciarci la pelle sul ring ma Frazier se ne infischia e dice molto volgarmente “ don’t stop this f**ing fight !!! Avete capito vero ? Ma Futch non sente ragione e non sa nemmeno che Alì vuole gettare la spugna ed allora per primo urla all’arbitro di interrompere l’incontro, nonostante il suo pugile, Frazier sia arrabbiatissimo. Finale ? L’incontro è vinto da Alì, almeno sulla carta, ma i fatti parrebbero molto diversi. Io, ovviamente avevo 3 anni quando l’incontro si svolse e quindi ho raccolto, testimonianze, visionato il match varie volte e sentito e letto pareri di esperti. Le polemiche si sprecano ovviamente, ma forse, Frazier , anche cieco avrebbe potuto abbattere Alì, anzi, avrebbe voluto castigarlo severamente se l’incontro non fosse stato interrotto. Alì dopo quel match non fu più lui, i danni cerebrali che subì furono gravissimi e se li porta addosso anche oggi. Io vi lascio il mio commento, voi, tirate le conclusioni. Alì era un mito, un grandissimo, forse il più grande, ma Smoking Joe, quella sera, avrebbe potuto…ammazzarlo ??? Forse si.