Pallacanestro Reggiana

Il pagellone di Bondi: ultimo giorno di scuola

Notti magiche al Bigi
Notti biancorosse al Bigi

Lacrime ed emozioni. Amarezza e felicità. Rimpianto ed orgoglio. Un anno dopo si chiude ancora così l’entusiasmante cavalcata biancorossa. Era partita con il botto, forse inaspettato, della Supercoppa a settembre. Finisce con un altro centrifugato di emozioni che ci hanno fatto vivere quaranta giorni con il cuore in gola ed un sogno sempre più vicino ai nostri occhi. Ma come dodici mesi prima eccoci lì, a fermarci con l’acquolina in bocca proprio quando l’antipasto era quasi servito. A dir la verità se l’anno passato a tirare tre volte per il tricolore la Grissin Bon ci era arrivata non dandosi mai per vinta con la squadra degli “immortali”, quest’anno ci è giunta con la consapevolezza della big che sapeva cosa voleva. Paradossalmente però l’amarezza per la sanguinosa gara 7 del 26 giugno 2015 fu maggiore. Forse perché era la prima. Di sicuro perché lo scudetto a quel punto ce lo sentivamo tutti un po’ in tasca, se non altro per giustizia divina in virtù di come si era dipanata la serie. Quest’anno i biancorossi erano la seconda forza del torneo. Potevano e forse dovevano arrivare all’ultimo atto, anche se giungere a destinazione non era assolutamente scontato. Ce l’hanno fatta. Bravissimi. Ma arrivati lì, vuoi la caratura degli avversari, vuoi lo stato psicofisico della truppa, vuoi la piega che ha preso sin da subito la contesa, fatto sta che stò scudetto ce lo siam visti sgusciare fra le mani come un’anguilla ma mai l’abbiamo veramente afferrato ed il sipario è calato con la consapevolezza che hanno vinto i più forti. Sullo stesso palcoscenico e con lo stesso MVP. Quel Rakim Sanders che ancora una volta ha inflitto pugnalate nel cuore ai sogni reggiani. Per osare oltre ci sarebbe voluto qualcosa di più. Forse una migliore condizione atletica del reparto lunghi e del bomber Aradori, forse una maggiore identità tecnica per viaggiare con le marce alte anche lontano da casa dove la Menetti band le ha buscate fin troppo sonoramente. Vabbè, ma non vogliamo fermarci lì perché quella che si chiude passerà giustamente alla storia come una stagione trionfale. Supercoppa, titolo di campioni d’inverno, medaglia d’argento in regular season, titolo di vice campioni d’Italia strameritatamente confermato. A tutto questo però ci vogliamo aggiungere il successo più grande. La passione dei reggiani. Bambini, pensionati, casalinghe, maestre ed impiegate. Tutti oggi a Reggio Emilia conoscono i riccioloni di Amedeo Della Valle o gli occhi della tigre di Rimantas Kaukenas. Tanti bambini si avvicineranno a questo meraviglioso sport grazie alle gesta degli eroi biancorossi. Tra dieci anni questa squadra la ricorderemo un po’ come facciamo con le nazionali di calcio del 1982 o del 2006. Quelle che non si dimenticano mai e di cui sappiamo recitare l’undici titolare a memoria. A Italia ‘90 le chiamavamo “notti magiche”. Quelle che ci hanno fatto vivere Menetti e i suoi ragazzi le ricorderemo come le “notti biancorosse”. Dove dentro al Bigi l’adrenalina scorreva a mille nelle vene mentre nei salotti dei reggiani spesso e volentieri il telecomando finiva sintonizzato su Raisport o Skysport. Tutti insieme rincorrendo il grande sogno. Vabbè, la stagione va in archivio ma vogliamo chiuderla con il pagellone dell’annata di Kaukenas e soci:

#4 Pietro Aradori

Con la fresca memoria dell’infelice parentesi veneziana quando arrivò a luglio scorso più di un reggiano storse il naso. Pietro si presentò tranquillizzando tutti su motivazioni e continuità tecnica. Uomo di parola. Ha zittito le critiche trovando la giusta dimensione in questo gruppo e garantendo quasi sempre la sua zampata. Confidiamo di vedere lo striscione “Attenti al cagnaccio” anche ad ottobre nella nuova curva del Bigi.

Voto 7,5

#5 Derek Needham

La sua missione non era facile. Partito benone nei primi due round playoff ha faticato da matti in finale quando l’asticella si è decisamente alzata, arrivando in fondo con la lingua a penzoloni. Indispensabile per arrivare all’atto finale. Insufficiente per alzare il tricolore. Impegno e morsi alle caviglie non sono mai mancati ma per costruire la Grissin Bon del futuro riteniamo ci voglia più fosforo in regia.

Voto 6,5

#6 Achille Polonara

Achille piè veloce si è confermato atleta imprescindibile per gli equilibri biancorossi. Meno esplosivo che in passato ma più di sostanza. Chiude con il titolo di miglior rimbalzista delle finali che la dice lunga sull’evoluzione tecnica che ha avuto. Ci lascia sognando Rio; speriamo di ritrovarlo al raduno pieno di motivazioni per l’annata delle definitiva consacrazione dove dovrà saper unire con più continuità le due anime mostrate nelle due stagioni reggiane.

Voto 7

#7 Darjus Lavrinovic

Classe cristallina in un fisico di cristallo. Scusate il gioco di parole ma oramai Big Darius lo conosciamo come le nostre tasche. In quella manciata di partite che possono fare pendere l’esito della stagione è irrinunciabile e la spiega ancora a chiunque lungo lo stivale. Ma le sue bombole d’ossigeno hanno un’autonomia sempre più limitata per quanto richiesto dalla logorante stagione del basket odierno. Lo ricorderemo come il miglior centro biancorosso, tecnicamente parlando, oltre che un personaggio da amare anche fuori dal parquet, ma temiamo che dopo il sogno olimpico il suo cachet possa rappresentare un lusso per la casse biancorosse.

Voto 7

#8 Amedeo Della Valle

L’abbiamo incontrato timido e confuso, con il suo look stravagante appena sbarcato dall’esperienza in chiaroscuro del college a stelle e striscie. Esattamente due anni fà. Prima di alzare l’Eurochallenge a Bologna.  Una vita fà. Ora quello che si è costruito in terra emiliana, forse anche bruciando le tappe, è l’Amedeo nazionale che tutta Italia ci invidia. I suoi capelli. Le sue triple ignoranti. Ma anche un ragazzo umile e gentile che sogna un futuro da star facendo innamorare grandi e piccini. #Facciacattiva è oramai un marchio di fabbrica “Made in Reggio”. Speriamo che le sirene milanesi non ce lo scippino.

Voto 7,5

#9 Andrea De Nicolao

Doveva essere un gregario. Finisce la stagione rimandando le vacanze per giocarsi un posto fra i magnifici dodici del preolimpico di Torino. Tirate voi le somme. Tira la carretta a lungo durante l’anno per poi rifiatare in primavera dove però ricarica le pile per sparare utili cartucce nei play off. Confermatissimo.

Voto 7

#10 Salvatore Parrillo

La sua favola ha raggiunto l’apice di popolarità durante la finale dove da perfetto sconosciuto per questi palcoscenici si è trovato a dover duellare con campioni del calibro di Simon e Gentile. Non ha messo la tripla che avrebbe fatto saltare il tetto del Bigi ma verrà ricordato come un idolo anche se difficilmente lo ritroveremo dopo l’estate.

Voto 6,5

#11 Arturs Strautins

Utile nei momenti difficili della stagione quando la coperta era diventata corta. Ancora un po’ acerbo ma ha dimostrato di avere la stoffa giusta. Non ci stupiremmo se nella nuova Grissin Bon uno degli  spot da extra fosse proprio suo.

Voto 6

#12 Vladimir Veremeenko

“Eccezziunale…Veremeenko”. Così lo dipinge lo striscione degli Arsan che non si sbaglia. Il freddo bielorusso in questi mesi è diventato idolo del Bigi ergendo un muro biancorosso sotto le plance. Memorabili alcune giocate in cui gli avversari rimbalzavano letteralmente contro di lui senza che il Vova arretrasse di un millimetro. L’infortunio dei play off ha maledettamente complicato il piano per la vittoria di Menetti anche perché al rientro forzato non era più il giocatore precedente. Peccato. La speranza è di rivederlo calcare le tavole in via Guasco anche se si dovrà fare i conti con radiografie e portafoglio.

Voto 7,5

#13 Rimantas Kaukenas

“C’è solo un capitano!” è il sottofondo del Bigi alle sue seconde lacrime scudetto. Oltra alla sua classe, grinta e leadership quello che ci lascia di stucco è la passione reggiana che lo ha oramai conquistato. La finale  disputata è stata la ciliegina sulla torta di un’altra incredibile stagione da campione vero. Quando ci lascerà verrà incoronato nell’olimpo biancorosso. Il Roberto Baggio reggiano.

Voto 8

#15 Ojars Silins

Vorrei, ma non posso. Ancora una stagione in altalena per OJ a cui manca sempre un cent per fare un dollaro. Per noi tuttavia il ragazzo lettone cresciuto nella “cantera biancorossa” resta un giocatore preziosissimo e con caratteristiche rare da pescare sul mercato. La sua ecletticità unita al suo dinamismo ed atletismo sono un mix che tutti gli allenatori vorrebbero avere a disposizione. Prima di rinunciare a lui ci penseremmo più di una volta anche se un occhio al portafoglio ed ai visti da spendere va ovviamente fatto.

Voto 6,5

#18 Stefano Gentile

Anno travagliato. Prima il ruolo mal digerito di playmaker. Poi una volta finalmente liberato dai compiti di regia nel momento in cui stava arrivando precisa come un orologio svizzero è giunta la mazzata finale dell’ennesimo infortunio. Resta la gemma di Torino ma la scorsa estate le aspettative su di lui erano ben altre. Se riuscisse a garantire un minimo di continuità fisica in un ruolo in uscita dalla panchina come guardia tiratrice la prossima stagione potrebbe togliere soddisfazioni a lui e alla Reggiana. Vedremo se gli sarà concessa una seconda chance.     

Voto 5,5

#20 Vladimir Golubovic

Vlado e Reggio non si sono capiti. Inutile andare oltre. Golubovic era il giocatore sbagliato nel posto sbagliato. In pochi mesi è passato dall’essere pivot di discreto impatto in Eurolega ad essere relegato fuori rosa in terra emiliana. Riteniamo abbia doti che qui non è riuscito ad esprimere ma il suo rendimento è stato nel suo complesso insufficiente. Null’altro da aggiungere. Buona fortuna.

Voto 5

Grandi emozioni, grandi serate, un immenso grazie alla Reggiana per un’annata che passerà alla storia e che noi ricorderemo così:

Maglietta autografata che verrà messa in quadro e appesa nella cameretta del piccolo Alle, mio figlio che grazie alla Reggiana si è avvicinato alla magia della palla a spicchi.
Maglietta autografata che verrà messa in quadro nella cameretta del piccolo Alle, mio figlio, che grazie alla Reggiana si è avvicinato alla magia della palla a spicchi.