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Serie Reggio – Sassari: il pagellone di Bondi

E’ semifinale! Cappotto Reggio: 3-0. Una scintillante Grissin Bon sbanca anche il PalaSerradimigni e regala al popolo biancorosso la terza semifinale della sua storia, la seconda consecutiva. I reggiani volano al secondo turno in carrozza annichilendo il Banco, facendo leggere la targa ai sardi per oltre 90 minuti sui 120 disputati e comandando ampiamente la serie sotto tutti i punti di vista: tecnico, tattico ed emotivo. Solo in gara 2 i Campioni d’Italia hanno cullato il sogno di replicare il successo del giugno scorso. E’ uscita tuttavia la caratura di Reggio che ha calato i suoi assi ed ha finalmente espresso tutto il suo enorme talento. Come sempre, nel momento della verità. Questione di stimoli, probabilmente sì. Ma la Reggiana con l’innesto in corsa di Needham in regia sembra avere quadrato il cerchio ed oltre ad un play ha forse guadagnato anche una guardia in più che potrà tornare comoda se le prossime gare saranno un centrifugato di energie. Ora si alza l’asticella, sotto con Avellino. Sfida complicata. Ma siamo in semifinale e questa Reggio non deve aver paura di nessuno. Facciamo però un passo indietro ed analizziamo le prestazioni dei biancorossi nella serie appena conclusasi:

#4 Pietro Aradori

Cinque stelle lusso. Se Pietro è questo, ogni sogno è lecito. Il cagnaccio azzanna la serie e non la molla più. Solo una leggera flessione in gara 2 dove è comunque riuscito ad andare in doppia cifra. La prima e la terza sono invece da cerchioletto rosso. Scoppiettante dal perimetro. Devastante in post basso. Aggiunge anche applicazione in retroguardia e intensità da vendere. E’ il “go to guy” biancorosso che ha fatto saltare il Banco.

Voto 8

#5 Derek Needham

Catapultato sul palcoscenico proprio nel momento della verità il buon Derek si è messo in fila ed ha iniziato con umiltà ma anche personalità a fare quanto richiesto dalla casa. Tampona falle che eran oramai voragini in regia. Giostra sul parquet minuti preziosi quando la palla scotta. Tanta difesa aggressiva per anestetizzare il playmaking sardo. In gara 2 ha saputo infilare canestri di platino in frangenti delicati della contesa. In una monoposto che viaggia a quasi 89 di media nelle tre uscite play off non serviva una primadonna. Quando sarà necessario si farà tuttavia ricordare anche per lo score a referto. E’ l’uomo giusto nel posto giusto: il puzzle sta quadrando.

Voto 7

#6 Achille Polonara

La quasi tripla doppia di gara 3 disegna alla perfezione la serie del Pupazzo che con la sua versatilità ha fatto saltare gli equilibri. Condisce la maturazione nel pitturato consolidata durante l’arco della regular season con i fuochi d’artificio che è oramai solito scoppiare nei play off. Energia, cattiveria agonistica e fame di vincere che ha espresso fanno sognare. Rebus irrisolto per Pasquini.

Voto 8,5

#7 Darjus Lavrinovic

Fatica Darione. Ma arriverà. Per ora solo qualche zampata da leone in gabbia qua e là. Giusto fargli riprendere il ritmo partita sul parquet perché non c’è più tempo per aspettare. I campioni devono stare in campo e non in parterre. La pausa che ci divide dalla palla a due della semifinale è un toccasana per il suo completo recupero. Per ora è bastato questo. Se si vuole arrivare in fondo il lituano dovrà tornare ad essere Big Darius.

Voto 6 (di stima)

#8 Amedeo Della Valle

Il morso del cobra. #Facciacattiva ha un conto aperto con la Dinamo e si esalta. Al suo secondo play off da protagonista gioca con la sicurezza del veterano. Sornione in apparenza inietta con le sue triple mortifere veleno letale nei sogni di gloria biancoblu. Gli squilli di tromba che hanno girato come un calzino gara 2 hanno avuto un peso specifico devastante sulla serie. Ci godiamo il piccolo fenomeno ADV.        

Voto 8

#9 Andrea De Nicolao

Quando meno te lo aspetti Denick ti sfodera la miglior gara stagionale. L’arrivo di Needham gli toglie un po’ di pressione dalle spalle e riaffiora quanto di buono Andrea aveva saputo regalarci per cinque mesi. La serata di gala del Palaserradimigni, dove trova una onnipotenza realizzativa sorprendente (19 pts. con 8/9 dal campo), fa dimenticare le notti da gregario del Bigi. Felici per lui. Se la meritava tutta.

Voto 7

#12 Vladimir Veremeenko

L’architrave biancorossa si piazza a centro area e l’aria diventa rarefatta. Erge il muro di Berlino e di qui non si passa. In attacco è pungente. In gara uno apre le danze con 11 punti in un amen che stemperano la tensione di Reggio per entrare emotivamente nella serie. In gara due taglia a fettine l’area biancoblu quando la Dinamo sta abdicando dallo scettro tricolore. Condisce il tutto con ottime spaziature e visione di gioco da playmaker. Quando mette piede sul parquet il plus/minus ha sempre segno positivo. Vova il bielorusso, l’insostituibile.

Voto 7,5

#13 Rimantas Kaukenas

C’è chi lo ha dipinto appannato nell’inizio della serie. Noi lo definiamo invece il generale che già conosceva come la vendetta andava servita fredda. Quando si presentò al raduno di Agosto subito dichiarò che era tornato per riprenderci quello che ci era stato tolto. Rimas sapeva che per superare questa Sassari, meno talentuosa dell’edizione 2015, serviva imbavagliare in primis il professor Logan. Così Reggio sarebbe stata a metà dell’opera, e così è stato. Gara 1 di grande sacrificio difensivo per il lituano. Gara 2 dove ha mostrato gli occhi della tigre quando c’era da portarla a casa. Gara 3 in cui ha giocato sul velluto guidando i suoi quando c’era da scappare. Solito grande leader, anche e soprattutto quando è meno appariscente.

Voto 7

#15 Ojars Silins

L’altra cerniera difensiva. OJ conferma di essere preziosissimo giocatore di raro dinamismo ed ecletticità. Mette la museruola anche lui al temutissimo Logan. Il quintetto senza torri con il lettone e Polonair sotto le plance si rivela determinante sull’economia della contesa. Trova anche buon profitto in attacco dove nelle serate del Bigi è un fattore con ottime percentuali di realizzazione.

Voto 7

#18 Stefano Gentile

La seconda vita biancorossa di Stefano Gentile. L’innesto in regia dell’ultimo arrivato gli ha finalmente restituito il suo ruolo naturale di guardia tiratrice. L’occhio e l’approccio mentale sono quelli di uno che vuole cogliere l’ultima opportunità per dare una svolta ad una stagione fino ad ora avara di soddisfazioni. La tripla in transizione di Sassari la dice lunga in tal senso. Ora quando entra sul parquet può pensare a cercare il ferro con lo sguardo e non a come accendere il motorino biancorosso. Fa tutta la differenza del mondo per uno come lui. L’uomo in più per la volata finale.

Voto 6,5